Reflusso nei neonati

reflusso nei neonati Chi ha già avuto modo di crescere un neonato, sa come sia importante alimentarlo in un certo modo e fare in modo che dopo il pasto faccia il classico ruttino.

Questo perché nei neonati il reflusso si manifesta facilmente. Si tratta di un fenomeno che tende a provocare degli effetti piuttosto fastidiosi, e che mette in allarme le neomamme, che vedono il piccolo soffrire e comportarsi in modo anomalo.

Si tratta comunque di un disturbo che non dovrebbe allarmare, in quanto di solito scompare da solo nel giro di pochi mesi e nel corso dello svezzamento, e che è legato essenzialmente all’assunzione di latte e alla suzione dal seno o dal biberon.

Sintomi

Sono numerosi i sintomi che è possibile riscontrare, come rigurgiti, un respiro affannato, che appare quasi come un’occlusione delle vie aree e provoca strani rumori, coliche e dolori all’altezza dell’addome, difficoltà a dormire, e iperattività anche quando si dovrebbe riposare.

Fino a 10-12 mesi, la causa principale del reflusso è il piloro, la valvola che separa stomaco e duodeno, che non funziona a dovere, e permette ai succhi biliari di risalire e di creare dei rigurgiti acidi.

Il fenomeno si verifica spesso dopo le poppate, soprattutto se non si riesce a fare il ruttino e si mette a letto il piccolo in posizione supina. Bisogna infatti fare una certa attenzione alla sua posizione: dovrà dormire su un fianco, per evitare che possa strozzarsi con la fuoriuscita di materiale gastrico.

La situazione, comunque, non deve preoccupare finché il reflusso non si presenta dopo ogni pasto e non compaiono sintomi più gravi:

  • vomito violento;
  • crisi di pianto dopo ogni pasto.

In questo caso, probabilmente è in corso un’esofagite: le mucose dell’esofago, cioè, sono state irritate fino a provocare un’infiammazione.

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Tosse

Un altro dei sintomi diffusi, ma che spesso non si attribuiscono al reflusso gastrico dei neonati, è la tosse. Il neonato tossisce perché i succhi gastrici tendono a risalire il condotto dell’esofago fino alla bocca, irritando le mucose e provocando un loro assottigliamento.

La sensazione che avverte il piccolo è quella di avere un nodo nella gola, che gli impedisce di respirare correttamente e lo porta a produrre un suono anomalo, quasi un lieve rantolo che proviene dalla gola e dal naso. Oltre a tossire, avverte un dolore alla gola, che appare arrossata e genera nervosismo e impossibilità di mangiare in modo sereno.

Il neonato tenderà quindi ad avere molto meno appetito e a essere più irritabile del normale, mostrando episodi di insonnia e di pianto all’apparenza immotivato. Per lenire i colpi di tosse e aiutarlo a respirare meglio, il suggerimento è di porlo in posizione più eretta anche durante la poppata, e di sollevare il capo nel lettino con l’inserimento di un ulteriore cuscino apposito.

Inoltre, alcuni pediatri suggeriscono di ricorrere al biberon con latte materno o artificiale, e di rendere più denso il latte con l’aggiunta di cereali o altri elementi. In questo modo sarà più digeribile e tenderà a non risalire nell’esofago sotto forma di liquido.

Rimedi naturali

Essendo i pazienti solo dei neonati, sarebbe preferibile risolvere il problema scegliendo dei rimedi naturali e non delle medicine chimiche.

In primo luogo, comunque, è possibile prendere le accortezze già citate a livello di abitudini, come ad esempio:

  • far mangiare il piccolo in posizione più eretta;
  • verificare che faccia sempre il ruttino;
  • rendere il latte più denso, con poppate magari brevi e ravvicinate.

Inutile, infatti, riempire troppo il neonato e stimolare il reflusso fino a farlo vomitare: è preferibile che assuma meno latte e più di frequente, in modo da assimilare le sostanze nutritive.

Inoltre, trascorsi 6 mesi dalla nascita, è possibile dare al piccolo anche delle bevande benefiche, come ad esempio la camomilla tiepida, che aiuta a limitare i sintomi del reflusso agendo sulla infiammazione delle mucose. Il liquido caldo tenderà a calmare il bambino, così da sedare il nervosismo e consentirgli un naturale ritmo sonno-veglia.

Ricorda che, come accade per gli adulti, anche per i neonati il reflusso gastrico si alimenta anche di ansia e stress, pertanto più si riuscirà a garantire serenità al proprio figlio e maggiore sarà la possibilità che il fenomeno scemi nel giro di pochi mesi.

Latte per neonati

Se questi rimedi e accorgimenti per neonati non dovessero funzionare, il medico può consigliare ai genitori un apposito latte anti-reflusso, pensato appositamente per i piccoli che soffrono di questo fenomeno. Per evitare di rendere ogni poppata più difficile del previsto e il bambino nervoso e inappetente, meglio correre ai ripari con un prodotto nutriente, ma allo stesso tempo digeribile.

La sua consistenza è decisamente più densa rispetto a quella del normale latte artificiale e soprattutto di quello materno, che invece è molto leggero e liquido. Il consiglio è di utilizzare un biberon con tettarella in silicone anti-aria, che impedisce al neonato di ingerirne troppa, e avere quindi coliche e dolori addominali.

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Domande frequenti

Ecco alcune domande che spesso si pongono i neogenitori riguardo al reflusso gastroesofageo nei neonati.

Come riconoscerlo?

Il reflusso gastrico nel bambini presenta una sintomatologia piuttosto variegata, pertanto non è sempre facile riconoscerlo, soprattutto se si tratta del primo figlio.

Come abbiamo visto, i sintomi principali sono:

  • eruttazioni acide, che nella maggior parte dei casi si trasformano in rigurgiti di latte veri e propri, spesso decisamente abbondanti.
  • Tosse e il mal di gola, dovuti all’irritazione delle mucose presenti nell’esofago. Se queste mucose si assottigliano eccessivamente, è possibile che si generino delle vere e proprie lesioni; pertanto, pur essendo questa una patologia comune, è meglio non sottovalutarla se persiste.
  • Difficoltà di respirazione, che genera dei rumori particolari, come una sorta di rantolo che proviene dalla bocca.

Tra gli altri sintomi, ci sono l’odore acido che si accompagna a quello del latte, e il fatto che il piccolo possa apparire molto più irritabile del solito e difficile da addormentare. L’addome si può presentare leggermente gonfio e duro al tatto, situazione talvolta collegata al fenomeno del meteorismo, che fa parte dello spettro dei sintomi connessi.

Infine, in casi rari il bambino può manifestare un’otite media e una congestione simile al raffreddore, legata alla produzione eccessiva di muco come reazione all’irritazione da parte del corpo.

Cosa fare?

Molti genitori si trovano impreparati di fronte al reflusso del figlio e non sanno come comportarsi per alleviare il problema.

In primo luogo è opportuno scegliere il latte migliore, proseguendo se possibile con quello materno, reso però più denso all’interno del biberon con l’aggiunta di cereali. In alternativa, ricorrere a quello artificiale anti-reflusso che, anche solo per un periodo di tempo, può portare alla scomparsa del fenomeno e quindi alla guarigione dell’infiammazione e di tutti i suoi sintomi.

È anche importante dedicare al momento della pappa il tempo necessario, senza forzare il bambino e soprattutto mettendolo in una posizione leggermente più orizzontale. Con l’aiuto del braccio o di un cuscino, tieni suo capo sollevato mentre mangia, così da inclinare meno il biberon e limitare l’ingresso dell’aria.

Prediligi poppate più numerose e frequenti piuttosto che una sola molto abbondante, soprattutto la sera prima di dormire, poiché l’auspicio è che il piccolo dorma tutta la notte, ed è impossibile se prova del bruciore di stomaco.

Fai attenzione anche al momento del ruttino, che deve essere ben distinguibile, in modo da essere sicuri che il neonato abbia digerito. Potrebbe essere utile posizionarlo su una spalla e favorirlo con una passeggiata e dei lievi colpetti sulla schiena.

Se il reflusso non scompare, meglio inserire un cuscino in più e tenere il capo sollevato mentre dorme, e mettere il bambino su un fianco per evitare che il rigurgito possa soffocarlo nel sonno.

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Quando passa?

Solitamente il reflusso tende a scomparire entro i 12 mesi di vita, in particolar modo quando il bambino inizia a stare dritto in autonomia e avanza nel suo percorso di svezzamento, inserendo altri alimenti oltre il latte. Questo, infatti, è tra i cibi che favoriscono maggiormente la risalita del materiale acido, perché liquido ed estremamente ricco di nutrienti.

La situazione comincia a migliorare già attorno ai 6 mesi, quando i genitori possono inserire nella routine quotidiana un biberon con la camomilla e la malva, due sostanze benefiche per tutto l’apparato digerente. Si tratta di rimedi naturali, che per prima cosa calmano l’infiammazione, e che poi vanno a ripristinare la normale consistenza della mucosa gastrica ed esofagea, in modo che il piccolo possa addormentarsi serenamente e si abbassino i livelli di stress e fastidio.

Se noti che i sintomi del reflusso gastrico si prolungano oltre il primo anno d’età, è il caso di eseguire un accurato controllo medico, per comprendere quali possono essere le cause e valutare se intervenire con una terapia farmacologica.

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Tipologia di disturbo

Il reflusso non è uguale in tutti i neonati e può riferirsi solo all’esofago, oppure anche alla faringe e alla laringe. Il fastidio e il bruciore si collocano quindi più in alto o più in basso, con episodi di eruttazione, rigurgiti o vomito vero e proprio, a seconda del grado di acidità e della gravità del problema.

Vedi anche reflusso laringo faringeo.

Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita del materiale gastrico e dei succhi dallo stomaco all’interno dell’esofago, che va a corrodere la mucosa presente, fino a ridurla del 75% della sua consistenza totale. Ne derivano un forte bruciore e la sensazione di avere un nodo all’interno della bocca, così come una tosse costante e secca e un forte dolore alla gola.

Il fenomeno si acuisce in particolari momenti della giornata, come ad esempio subito dopo i pasti, soprattutto la sera se ci si corica senza aver fatto passare qualche ora tra la cena e il letto. Nei neonati la condizione tende a essere più frequente, perché:

  • i meccanismi della digestione sono ancora immaturi;
  • assumono molto latte, alimento che facilita il reflusso;
  • il circolo sonno-veglia è continuativo, con il piccolo che si nutre e subito dopo necessita di riposo, soprattutto nei primi mesi di vita.

Reflusso senza rigurgito

Il reflusso senza rigurgito è più difficile da identificare, poiché può essere confuso con altre patologie e non sempre si opta per il giusto approccio da subito.

Tuttavia, è possibile osservare la situazione nella sua globalità e notare altri segnali, collegabili ai sintomi sopra citati: il bambino sembra respirare con maggiore fatica ed emette un suono che assomiglia a quello delle apnee notturne, o sembra soffrire di dolori addominali e la gola appare arrossata e dolorante.

Sono frequenti i colpi di tosse, che si trasformano in spasmi e addirittura asma nei casi più gravi. La volontà sembra quella di vomitare, senza riuscire a espellere di fatto quello che occlude.

Gli accorgimenti da prendere sono gli stessi del reflusso con rigurgito, quindi:

  • tenere sollevata la testa con un braccio mentre si allatta;
  • coricare il piccolo con un cuscino più spesso e su un fianco;
  • fare poche poppate ma più ravvicinate.

Vedi anche reflusso nei bambini.